Scontro frontale e due morti per un cartello sbagliato

Indagati 4 responsabili dell’Anas

Una vicenda incredibile. Il cartello di divieto che sbiadisce, la vecchia segnalazione – sistemata provvisoriamente quando il cantiere stradale era ancora aperto – che “riemerge”. E un automobilista che la segue imboccando contromano la 131 dove morirà pochi istanti dopo, nello scontro frontale con un’auto a bordo della quale si trovano quattro ragazzi, uno dei quali ugualmente muore. Adesso per l’incidente stradale avvenuto all’altezza di Nuraminis esattamente un anno fa, l’8 luglio del 2012, sono indagati per omicidio colposo plurimo quattro dirigenti dell’Anas: Enrico Atzeni, 50 anni, Emanuele Perra, 39, Salvatore Luca Murru, 47, Enrico Spiga, 59. Avevano ruoli di responsabilità sul cantiere stradale e, secondo l’ipotesi della procura della Repubblica di Cagliari, sono in qualche modo responsabili del tragico inganno.

La vittima si chiamava Evgeni Kolesnikov, aveva 24 anni, ed era originario di Chisinau, la capitale della Moldova. Risiedeva da tempo a Cagliari e quel giorno aveva trascorso la giornata a Gergei. Era alla guida della sua auto, una Fiat Giardinetta. L’altra vittima dell’incidente fu Alessandro Ardu, vent’anni, di Segariu. Si trovava accanto al guidatore dell’Audi A3, il ventinovenne Achille Congiu, di Guamaggiore, rimasto ferito come le due ragazze che si trovavano nel sedile posteriore.

L’incidente avvenne alle 4 del mattino. E, vista l’ora e la giovane età delle vittime, si pensò che si trattasse di una delle tante tragedie causate dalla stanchezza e dall’alcol. In effetti il tasso alcolico del giovane moldavo, come si accertò, era un po’ più alto di quello consentito.

Koleshnikov si trovò davanti a un cartello che non diceva più “divieto d’accesso”, ma “svolta a sinistra”. E il ragazzo seguì l’indicazione. L’Anas – secondo quanto riferisce l’Unione sarda oggi in edicola – si difende affermando che i lavori si erano conclusi da tempo e che la strada era sotto la giurisdizione del comune di Nuraminis.

Articolo pubblicato il 9 luglio 2013
Fonte SardiniaPost