Nessuno ha avvertito i due macchinisti

Primi avvisi di garanzia per omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario. Il responsabile dei movimenti della stazione di Nuoro, cui spettava segnalare l’incrocio previsto fra i due treni, colto da malore, è ricoverato da venerdì in ospedale

di Simonetta Selloni
MACOMER. Domani mattina alle 10 saranno compiute le autopsie sulle tre vittime dello scontro tra i due treni sulla tratta Birori-Bortigali. Di conseguenza sono scattati gli atti dovuti da parte della Procura della Repubblica di Oristano. Il che significa la notifica degli avvisi di garanzia a quanti si ritiene siano coinvolti nell’inchiesta per omicidio plurimo colposo e disastro ferroviario. Un atto dovuto, perchè gli interessati vengano messi nelle condizioni di difendersi. Con il passare delle ore appare sempre più chiara la dinamica dell’incidente costato la vita al macchinista Cosimo Serra, 43 anni di Macomer, a Bachisio Arca, 53 anni di Silanus, e alla turista inglese Elisabeth Beaver, di 27 anni. L’indagine sembra indirizzarsi verso una pista ben definita, l’errore umano: la mancata segnalazione, nella cosidetta cedola di servizio per il treno AT 622 partito alle 6.24 di venerdì mattina dalla stazione di Nuoro, dell’incrocio previsto alla stazione di Bortigali con il treno speciale TL 919 Macomer-Iscra, partito alle 7.03. E se quella cedola porta una firma precisa, quella del movimentista della stazione di Nuoro Giuseppe Sanna (che da venerdì è ricoverato all’ospedale San Francesco in seguito a un malore), non è escluso che il magistrato inquirente, il sostituto procuratore della Repubblica di Oristano Paolo Marcantonio, stia muovendosi per non precludersi ogni possibile accertamento. Sopratutto in considerazione del rischio della nullità di atti d’inchiesta in mancanza del rispetto delle procedure dovute. Nessuna conferma arriva dal magistrato, che rinvia ogni eventuale dichiarazione al capo dell’ufficio (Paolo De Falco, fuori sede).

Le uniche ammissioni riguardano i reati ipotizzati e la conferma del fatto che la tratta, da Macomer a Bortigali, sia ancora sotto sequestro. Anche se ieri sera si sono completate le operazioni di sgombero dei due mezzi coinvolti nello scontro. Trasferito già da venerdì nel deposito di Macomer delle Ferrovie il locomotore, ieri sera è stata la volta dell’automotrice. Per intenderci, il treno della morte, il treno passeggeri dove viaggiavano le tre persone che nello scontro hanno perso la vita. L’automotrice, il cui carrello era totalmente piegato, è stata riportata su un carrello provvisiorio sistemato nella parte sottostante, e poi trainata a Bortigali dove sarà caricata su un pianale, a disposizione dell’autorità giudiziaria. E se ora la tratta è di fatto sgombera, per il ripristino della linea si dovrà ancora attendere che gli inquirenti completino tutti gli accertamenti.

Intanto già dalla sera del disastro, sul binario della morte c’è stato il sopralluogo del consulente tecnico nominato dal magistrato. Si tratta dell’ingegnere Edoardo Ferrigno, in passato responsabile dell’ufficio speciale della Motorizzazione civile che si occupa della sicurezza ferroviaria. Il suo lavoro si aggiungerà a quello della commissione d’inchiesta istituita dal ministro dei Trasporti, Bianchi, e a quello della commissione tecnico-amministrativa istituita dalle Ferrovie della Sardegna, il cui presidente è Paolo Pezzuoli, ingegnere e vice direttore generale delle FdS. Ne fanno parte i massimi dirigenti delle Ferrovie, e dovrà stabilire eventuali responsabili sotto il profilo amministrativo.

Tra le carte dell’inchiesta è finito il registro telegrammi della stazione di Macomer, e quello della stazione di Nuoro. Da Macomer, il 12 giugno, era partito chiarissimo l’ordine di servizio relativo al 15 giugno. Il telegramma, il n.73/1450, inviato alle 9 del mattino, prevedeva nel dettaglio il lavoro da svolgere per venerdì scorso. E per una maggiore chiarezza la disposizione era stata scritta anche sulla lavagnetta verde all’esterno degli uffici. «Per invio 4 carrelli da Iscra a Lei… si effettuano i seguenti treni straordinari: speciale TL 919 (Macomer-Iscra) e Materiale TL 1008 (Iscra-Macomer), con tratta di lavoro Iscra-Lei. Lo speciale TL 919, composto in partenza da Locomotore diesel elettrico e Carrozza bagagli partirà da Macomer alle ore 7.03 di seguito AT 623. Birori 7.15, Bortigali 7.20-7.23, dopo incrociato AT 622…». Ma quell’incrocio mai avvenuto è diventato, purtroppo, la cronaca di tre morti e otto feriti.

Ieri mattina sui binari resi lucidissimi da un sole impietoso, l’automotrice Breda sembrava un povero relitto, un macabro memento della fragilità dell’esistenza. Sventrata nella parte anteriore, il seggiolino azzuro dove il povero Cosimo Serra ha consumato gli ultimi fotogrammi della sua vita pensando alla vacanza al mare che lo attendeva, con i suoi due figlioletti. Il treno si è schiantato sull’automotrice, che pure pesa quaranta tonnellate, con tutta la forza di una scheggia che non ha controllo nè freni. Tanto da spingere il treno merci per almeno otto metri dal punto dell’impatto, questa è stata la valutazione degli esperti. Il deragliamento è stato limitato, la ferrovia ha retto: il binario, costruito in ferro RA 36, il che significa che ogni metro lineare pesa 36 chili, si è dimostrato forte. Il tachigrafo che si trovava sull’automotrice si è fermato a poco più di 40 chilometri all’ora. Per stabilire la velocità dell’automotrice invece bisognerà decriptare la scatola nera in dotazione al mezzo. Sequestrata anche questa, sarà senz’altro affidata alle cure degli esperti delle Ferrovie che dispongono il sotware in grado di leggere quei dati. Anche se, stando ad una prima stima, la velocità di percorrenza sarebbe di circa 70 chilometri l’ora.

«Guardi, il fatto è che sono stati maledettamente sfortunati, sono stati. Perchè se solo si fossero incrociati cinquanta metri più avanti o più indietro, si sarebbero almeno visti. Avrebbero frenato. L’impatto ci sarebbe stato comunque, ma non così». Amarezza nelle parole di uno dei colleghi di Cosimo Serra, uno dei tanti ferrovieri che da due giorni sono alle prese con compiti dovuti, masticando dolore, rabbia, impotenza. Il dolore per le vite perse, e non solo per il loro amico e collega, la rabbia per le tante «informazioni sbagliate che abbiamo sentito in questi giorni», l’impotenza perchè dopo quello che è accaduto resta solo il lavoro sporco da fare. Raccogliere brandelli di treni e di vite e consegnarli a chi, speriamo, farà luce. Raccontano, e non vogliono che i nomi vengano fatti, che «questa non è una tratta insicura: lo vede anche lei, le manutenzioni vengono fatte, e poi guardi, sia il locomotore che l’automotrice erano tra i mezzi più nuovi che avevamo». E Fulvio Castori, il direttore del compartimento delle Ferrovie della Sardegna di Macomer, spiega che «il locomotore risale al 1956 ma era stato rimesso a nuovo sei mesi fa, e regolarmente collaudato, e la Breda è una automotrice di ultima generazione, risale al 1997». E poi altre non vuol dire. Sotto pressione per un evento che mai avrebbe voluto gestire, già sentito come persona informata sui fatti dal magistrato, non ha tempo per il suo dolore. Deve gestire quello degli altri, inviare comunicazioni formali, fare visite ai colleghi feriti e alle famiglie di chi non c’è più. Declina quasi ogni domanda, rimanda ai superiori e nemmeno vuole commentare la politica che, da tre anni in qua, ha di fatto cancellato tutte le assunterie delle Ferrovie della Sardegna. Le assunterie sono tutte le stazioni ad esclusioni dei nodi più importanti, ossia Macomer e Nuoro: ora non esiste più personale, chi sale sul treno a Silanus deve comprare il biglietto a bordo.

Ed è forse suprefluo ricordare che, quando le assunterie funzionavano, le disposizioni di movimento venivano diramate anche a quel personale. Come dire che se ci fosse stato l’addetto a Bortigali, almeno lì qualcuno avrebbe detto a Cosimo Serra che, oltre che fermarsi alla stazione, cosa che aveva fatto, avrebbe dovuto aspettare l’incrocio con il treno speciale in arrivo da Macomer. Informazione che il macchinista ignorava; questo è costato la vita a tre persone. Chi voleva scoprire la Sardegna in bici, chi andava a lavorare, chi, su quel treno, stava lavorando. Il biglietto del treno da Nuoro a Macomer costa 3 euro e dieci centesimi.

La Nuova Sardegna